L' "affaire" dello "Yasukuni Jinja", Paolo Marella e la revisione della questione dei riti

La questione dell'omaggio al sacrario Yakusuni a Tokyo, pose alle autorità ecclesiastiche in Giappone, a partire del 1932, la questione della natura di tale omaggio, se religiosa oppure civile-patriottica. Già Minamiki ha rilevato come queste controversie hanno svolto un ruolo chiave per la rev...

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Published in:Urbaniana University journal
Main Author: Schatz, Klaus 1938- (Author)
Format: Print Article
Language:Italian
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Published: Urbaniana Univ. Press 2023
In: Urbaniana University journal
Standardized Subjects / Keyword chains:B Yasukuni-Schrein / Shintoism / Ritual / Catholic church / Inculturation / History 1932-1939
RelBib Classification:AG Religious life; material religion
BN Shinto
CC Christianity and Non-Christian religion; Inter-religious relations
KAJ Church history 1914-; recent history
KBM Asia
KDB Roman Catholic Church
SA Church law; state-church law
Further subjects:B Inculturation
B scintoismo
B rites Controversy
B nazionalismo giapponese
B Japan nationalism
B inculturazione
B shintoism
B controversia dei riti
Description
Summary:La questione dell'omaggio al sacrario Yakusuni a Tokyo, pose alle autorità ecclesiastiche in Giappone, a partire del 1932, la questione della natura di tale omaggio, se religiosa oppure civile-patriottica. Già Minamiki ha rilevato come queste controversie hanno svolto un ruolo chiave per la revisione dei divieti Romani del Settecento riguardante la questione dei riti (istruzione di Propaganda del 26 maggio 1936, che riguarda il Giappone e istruzione dell'8 dicembre 1939, che permise i riti finora proibiti della venerazione di Confucio e degli antenati). Questo articolo getta nuova luce sul contesto di questi eventi, fondandosi su documenti dell'Archivio di Propaganda fide. Da queste fonti emerge soprattutto il ruolo decisivo del delegato Apostolico (più tardi cardinale) Paolo Marella. I pri mi documenti e benestare delle autorità ecclesiastiche in Giappone (particolarmente del vicario Apostolico Ross in Hiroshima e del delegato Apostolico Mooney, predecessore di Marella fino alla fine del 1933) presupponevano ancora il carattere (almeno parzialmente) religioso dello Scinto Statale e rimanevano sul livello prammatico della cooperazione passiva. Solo Marella ha sollevato la questione dal livello pragmatico del "tolerari posse" a quello dei principi e ha così creato l'orizzonte nel quale una revisione fondamentale nella questione dei riti sarebbe diventata possibile. D'altro lato questo fu fatto nel quadro di una opzione politica problematica (dal nostro punto di vista), cioè ritenere lo shinto di Stato una ideologia secolare nazionale, che avrebbe costituito un baluardo contro il comunismo. Così una disposizione molto aperta di inculturazione si unisce con una visione molto ingenua del nazionalismo giapponese.
The question of the homage to the Yasukuni shrine in Tokyo confronted, since 1932, the ecclesiastical authorities with the problem if this reverence would be of religious or patriotic-civil nature. Already Minamiki has emphasized that these controversies played a key role for the revision of the Roman Rites prohibitions of the XVIII century (Propaganda instruction of 26 May 1936, which refers to Japan; instruction of 8 December 1939, which permitted the previously forbidden rites of worship of Confucius and the ancestors). This contribution sheds new light on the whole context, based on the documents of the Propaganda archive. These sources reveal especially the crucial role of the Apostolic Delegate and later Cardinal Paolo Marella. The first documents and permissions of ecclesiastical authorities in Japan (especially of the Apostolic Vicar Ross in Hiroshima and of the Apostolic Delegate Mooney) presuppose the (at least also) religious character of the State Shinto and remain on the pragmatic level of passive cooperation. It was Marella who firstly has raised the question from a purely pragmatic level of "tolerari posse" to one of principle, by which a fundamental revision of the question of the rites should be possible. But that was made by him in the context of a (from our perspective) problematic political option: a positive valuation of State Shinto as a secular national state ideology, which would form a bulwark against communism. So, a far-going disposition of inculturation is connected to a very naive view of Japanese nationalism.
ISSN:0394-9850
Contains:Enthalten in: Urbaniana University journal