La dottrina dell'illuminazione. Romano Guardini interprete di Bonaventura da Bagnoregio

Romano Guardini si occupa del pensiero bonaventuriano solo nella sua giovinezza, tuttavia l'accurata analisi delle opere del Dottore serafico rappresenta una fonte di ispirazione per il prosieguo del suo percorso di pensiero. In particolare appare interessante l'attenta e approfondita rifl...

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Auteur principal: Bozza, Martino (Auteur)
Type de support: Électronique Article
Langue:Italien
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Fernleihe:Fernleihe für die Fachinformationsdienste
Publié: Università degli Studi di Urbino 2019
Dans: Nuovo giornale di filosofia della religione
Année: 2019, Volume: 11, Pages: 20-25
Sujets non-standardisés:B Fede
B Ontology
B Monoteismo
B Reason
B Phenomenology
B Filosofia della Religione
B Religione
B Filosofia
B Essere
B Ebraismo
B God
B Ontologia
B Foi
B philosophy of religion
B Cristianesimo
B Religion
B Faith
B Metaphysics
B Christianity
B Dio
B Ermeneutica
B Ragione
B Dieu
B Hebraism
B Philosophie des religions
B Metafisica
B Fenomenologia
B Philosophy
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Résumé:Romano Guardini si occupa del pensiero bonaventuriano solo nella sua giovinezza, tuttavia l'accurata analisi delle opere del Dottore serafico rappresenta una fonte di ispirazione per il prosieguo del suo percorso di pensiero. In particolare appare interessante l'attenta e approfondita riflessione che Guardini sviluppa intorno alla dottrina dell'illuminazione di Bonaventura. Tale dottrina viene recepita e analizzata in una duplice prospettiva. Da un lato infatti viene approfondito come la conoscenza dell'idea sia frutto di una vera e propria illuminazione che procede attraverso la similitudine dell'anima con le idee e con Dio, a sottolineare l'attenzione per la modalità attraverso la quale il rapporto tra Dio e l'uomo debba essere considerato anche un rapporto che struttura e rende possibile la conoscenza. Dall'altro lato vi è tutta una rivalutazione del sentire, la luce indica di fatto una certezza, un'immediatezza che non giunge all'uomo in modo analitico, discorsivo, ma è invece una certezza che deriva dal fatto stesso che il soggetto si sente partecipe di quelle idee, è l'anima stessa che entra in contatto con le idee. Da qui la certezza indubitabile, la sicurezza di avere un giudizio vero perché si è fatta esperienza di quell'idea attraverso l'anima. Si evidenzia dunque una tipologia di conoscenza che non è quella semplicemente empirica, certo il punto di partenza è il mondo sensibile, ma allo stesso tempo la certezza delle idee è un'esperienza dell'anima, che nulla ha di empirico. Questa, allora, l'originalità di una lettura di Bonaventura che sottolinea la rivalutazione del sentire, la rivisitazione del concetto di coscienza come facoltà sapienziale. In questo percorso di veggenza verso la Verità, Guardini evidenzia come il culmine dell'illuminazione che permette l'innalzamento ascetico sostenuto da Bonaventura sia l'azione dell'unico mediatore, il Cristo, solo con questa presenza, dunque, è inverata la possibilità dell'autentica ascesi.
ISSN:2532-1676
Contient:Enthalten in: Nuovo giornale di filosofia della religione
Persistent identifiers:DOI: 10.14276/2532-1676/3101